lunedì 25 gennaio 2010

PIT STOP 2

Riprendo a scrivere con difficoltà dopo la sonora mazzata (per il Milan, ahimè) di ieri nel derby. Una palese e incontrastabile superiorità raramente l'avevo vista. Occorre essere sportivi ed obiettivi nei confronti dei vincitori, che da anni sono la squadra più forte in Italia. Tempi migliori ci sono stati e ritorneranno: tutto è ciclico, tutto va e tutto torna. Basta solo avere pazienza.

Dopo questa breve amara parentesi calcistica devo registrare un altrettanto amara parentesi podistica. Settimana scorsa ho concluso il primo mese e mezzo di allenamenti, fatto esclusivamente di corsa lenta, con 45 minuti e 60 minuti di corsa con fc media intorno ai 148 bpm. Domenica mattina avevo in programma un test di velocità per testare la mia fc max e da questa settimana avrei finalmente dovuto cominciare con una tabella che avrebbe aggiunto un pò di qualità alla sola corsa lenta.

Venerdì, il giorno successivo i 60 minuti tranquilli di corsa lenta, appena sveglio avverto un dolore alla pianta del piede destro, dolore che purtroppo avverto tutt'oggi. Una ricerca in internet mi porta a pensare che si tratta di fascite plantare prossimale. Il dolore è proprio è nel punto riportato dall'immagine che segue.



Come si manifesta?

La fascite plantare normalmente si manifesta in modo insidioso, all’inizio di un’attività come la corsa compare il dolore che tende a sparire con il protrarsi dell’esercizio stesso, a riposo normalmente il dolore scompare completamente. Normalmente l’atleta nello scendere dal letto alla mattina presenta una zoppia piuttosto dolorosa accompagnata da rigidità, che peraltro scompare dopo un breve riscaldamento. Normalmente si avverte dolore quando ci si porta sulla punta dei piedi e/ si cammina sui talloni. Il dolore viene descritto come di tipo "migratorio", ossia tende ad avere diverse dislocazioni. Inoltre solitamente la fascite plantare è associata ad una rigidità del tendine di Achille.

Come intervenire?

Fermo restando il fatto che la fascite plantare è solitamente una lesione a risoluzione spontanea, occorre comunque attenersi ai seguenti punti:

* Durante la fase acuta applicare localmente del ghiaccio.
* L’applicazione del caldo è generalmente sconsigliata in quanto quest’ultimo
provoca una dilatazione del tessuto connettivo che può a sua volta esercitare
una pressione sui nervi e acuire in tal modo la sintomatologia dolorosa. In
qualsiasi caso all’applicazione del calore dovrebbe immediatamente seguire
quella di ghiaccio.
* Controllare che le calzature normalmente utilizzate durante l’attività sportiva
non causino un aumento del carico sull’aponeurosi plantare, ossia controllare
soprattutto che queste ultime non siano, né troppo rigide, né troppo morbide.
* Utilizzare nelle scarpe una "tallonetta" per meglio assorbire gli impatti
durante la corsa.
* Diminuire il carico di allenamento, evitare provvisoriamente la corsa che può
essere sostituita temporaneamente con la bicicletta e/o il nuoto.
* Effettuare dello stretching per l’aponeurosi plantare, il tendine di Achille e
la muscolature del polpaccio, non solamente sull’arto leso ma, sotto forma
preventiva, anche su quello sano.

Quando si può ritornare all’attività sportiva?

Anche se ben trattata una lesione di una certa severità, che si presenti sotto forma cronica, richiede dei tempi di guarigione dell’ordine di circa 6 mesi. Purtroppo occorre ricordare che le ricadute sono piuttosto frequenti ed il problema può ripresentarsi dopo pochi mesi. Molte di queste ricadute sono comunque da imputarsi all’eccessiva smania dell’atleta nel ritornare in tempi troppo brevi all’attività sportiva, che spesso viene ripresa anche in presenza di una residua sintomatologia dolorosa. Questo costituisce un grave errore, che può comportare spiacevoli conseguenze, l’attività sportiva non dovrebbe assolutamente essere ripresa se non alla totale scomparsa del dolore onde evitare possibili e sgradevoli ricadute. Se nonostante un idoneo trattamento il problema persiste per oltre 6-12 mesi, si può decidere per il trattamento chirurgico che prevede l’utilizzo di diverse tecniche, tra le quali, quella normalmente più utilizzata, prevede la liberazione della fascia plantare dal suo inserimento sul calcagno tramite incisione chirurgica. In questo caso la ripresa dell’attività sportiva richiede tempi compresi tra i 2 ed i 3 mesi, anche se spesso questi ultimi si dilatano. Le complicazioni più frequenti sono costituite dal dolore persistente a livello dell’incisione o dalla lesione del nervo calcaneare mediale in seguito all’intervento. Il ricorso al trattamento chirurgico, comunque piuttosto raro, garantisce una percentuale di successo nel 75 — 80% dei casi.


A parte l'incazzatura per questo secondo infortunio nella mia brevissima attività podistica, escluderei come causa dell'infortunio il peso (ho sempre avuto un fisico snello ma da quando corro ho perso 9 kg ed ora peso 74-75 kg per 185 cm), le calzature (acquistate pochi mesi fa e comunque abbastanza ammortizzanti e tutt'altro che usurate) o l'allenamento esagerato (l'ultimo mese e mezzo ho corso solo lenti molto tranquilli senza mai strafare). Mi alleno sull'asfalto e non penso sia quello il problema visto che ho sempre corso su questo fondo.
Quello che più mi sconforta, oltre all'ennesimo stop, sicuramente sono i presunti tempi di recupero che ho letto su internet.
Da venerdì per precauzione non corro e sto facendo giornalmente degli esercizi di stretching del polpaccio, seguiti da crioterapia e arnicagel.
Il morale non è dei migliori ma non mollo.
Ovviamente se qualcuno ha già avuto a che fare con questo problema, i consigli sono assolutamente ben accetti.

7 commenti:

  1. Esprimo solidarietà ad un fratello milanista. Sia nel calcio che nella corsa, c'è un frase da portare sempre con te...NON SI MOLLA!!!!
    Quello di consiglio è di far vedere il tuo problema ad uno specialista, non stare a leggere su Internet le possibile soluzioni o i tempi di recupero. Mi raccomando!!!!
    Forza Milan!!!!
    Fabio

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  2. Allora c'è anche qualche milanista tra i blogtrotters...credevo fossero solo interisti, juventini e romanisti oltre a qualche granata.
    Per quanto riguarda la fascite preferisco aspettare qualche giorno e vedere come evolve la situazione.
    Grazie e Forza Milan

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  3. la vita è dura...
    er califfo.

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  4. Sono il massimo esperto mondiale di fascite plantare visto che ce l'ho da quasi 2 anni. Ho fatto tutto quello che la scienza permette di fare.
    Adesso ho il sapere... da una prima analisi: hai ragione ad escludere il peso ma le scarpe anche se nuove non puoi escluderle (DEVONO ESSERE alte dietro mi urla l'ortopedico)... poi ti dico che la corsa lenta è assolutamente negativa perchè ti costringe ad appoggiare il tallone completamente sull'asfalto. L'asfalto è da evitare perchè è una delle origini della fascite ed il fatto che non ti sia mai venuta non è sufficiente ad escluderlo. Inoltre se hai il piede cavo hai una naturale predisposizione, anche se...
    Potrei dirti ancora un po' di cose ma è terminato la spazio. CONSIGLIO PRINCIPE: NON RIPRENDERE FINO A CHE NON TI E' PASSATA COMPLETAMENTE... PAROLA DI ESPERTO. dimenticavo... ovviamente non sono un medico. ;)

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  5. Grazie per le dritte Massimo. Escluso il peso, le scarpe che utilizzo sono NEW BALANCE MR 1062(MAN) (http://www.pu-ma-sport.it/scarpe-nb.htm) che sono alte da dietro, come giustamente tu dici. Ovviamente ora me ne sto buono e fermo, limitandomi a stretching, potenziamento e crioterapia. Tu come l'hai combattuta? Corri ancora? Visto che lo spazio qui è effettivamente poco, se vuoi mandami anche una mail a lionfree@hotmail.it
    Buona giornata
    Walter

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  6. per la fascite ci voglio 2 fattori concomitanti, pare che uno non basti (ne so qualcosa).... cmq tecar e co. per iniziare, intanto usa una talloniera in silicone che allevia parecchio.... ;)

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  7. Grazie Yogi. Sinceramente non è un dolore insopportabile e volendo avrei potuto correre il giorno stesso della comparsa del problema, ma ho preferito fermarmi onde evitare pericoli maggiori...
    Per il momento mi fermo il necessario e ci do dentro con stretching, ghiaccio e voltaren e/o arnica. Poi se passati 10-15 giorni il dolore persiste seguirò probabilmente i tuoi suggerimenti.

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